Arte Trasgressione

Arte e trasgressione

Trasgredire, raggiungere un punto limite: di qua lo spazio delimitato dalla norma, dalle regole, dai codici comuni; di là lo spazio aperto, privo di norme precostituite. Arte e trasgressione hanno a che vedere con questo spazio indefinito, che ci fa sentire liberi da quel che ci costringe a essere quel che siamo, dentro il nostro limite, dentro il suo imperativo.

Raggiungere questo punto limite può corrispondere, ad esempio, a un tirarsi indietro. In questo senso la trasgressione artistica si compirebbe nell’eseguire un movimento contrario a quello consueto della volontà di affermazione di sé, del narcisismo e dell’onnipotenza: ci si tira indietro rispetto all’io, alle sue istanze di affermazione.

Si compie un passo indietro per aprire all’infinito, per farlo venire in avanti, per liberarlo da ciò che solitamente lo comprime: lo spazio chiuso della nostra identità. L’io diventa semplice testimone, assiste, vede, mostra quello che c’è. Siamo al limite del linguaggio, sulla soglia di ciò che è spiegabile con i segni e le parole.

L’unica cosa che ancora rimane è il sentire che, di questo infinito, ci restituisce parti tangibili, che esistono perchè se ne sente l’esistenza. Non i fantasmi della mente, ma qualcosa di stringente, toccante, invadente.

Questa componente la ritroviamo nel quadro tra le sue parti concrete e oggettive: colori, linee, forme e tutto ciò che lo rendono un prodotto visibile.

Marzo 2009

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Trittico - "gli invisibili"- 2009
pannello intonacato, olio, ferro
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