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Una passeggiata sul prato
Ho finito ora di impacchettare i miei quadri e nel pomeriggio andrò ad allestire la mostra, finalmente mi posso rilassare un poco.
Leggo lo scritto di Livia e l'impressione immediata è quella di una persona che si fida incredibilmente degli altri. Questo scoprire, questo consegnare parti di sé così intime; nel leggere si ha quasi timore, è come camminare sopra una delicata distesa di fiori, si procede in punta di piedi preoccupati di non poter fare a meno di schiacciarne alcuni qua e là.
E in questo camminare si ha una sensazione piacevole di naturalezza, freschezza e pulizia quasi infantili.
Mi verrebbe da dire: stai attenta Livia, non ti esporre così!
Porca miseria, ma come si fa ad avere tutta questa fiducia negli altri, benedetta ragazza? Ma poi mi viene da sorridere e ricomincio la passeggiata sul prato fiorito di Livia.
Adriano - 07-05-2008
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Durante il ponte del primo maggio sono andata in montagna e naturalmente con me avevo la mia macchina fotografica! Mentre selezionavo le foto da mandarvi mi sono accorta che, da sempre, le mie fotografie possono essere divise in due gruppi: le foto scattate per ricordarmi dei luoghi che ho visitato e che mi sono piaciuti; e altre foto che non so ancora bene definire, per le quali succede che c'è un qualcosa che mi attira come una calamita e che mi spinge a fotografare proprio quel qualcosa lì.
E' come se vedessi la foto ancora prima di farla e quando la vedo riprodotta sul display è come se qualcosa dentro di me prendesse vita. Ed è questo secondo gruppo di fotografie che mi piace condividere.
A queste fotografie do quasi sempre un titolo e quando le spedisco a piccoli gruppetti raccontano sempre una storia. Le foto sono diverse ma il copione della storia è lo stesso:
è presente un desiderio irraggiungibile, schiacciato, nascosto e poi avviene il passaggio e il desiderio viene riconosciuto e prende spazio. La storia parla sempre del tentativo di liberarsi da uno stato di oppressione per giungere all'espressione di sé.
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